Diario di un Viaggiatore Solitario

Quale significato diamo alla parola “viaggio”?

Spesso lo intendiamo come un qualcosa di materiale, specifico. Le famiglie vanno in viaggio nel weekend o durante le vacanze e portano con sé la loro voglia di avventura, di conoscenza, di esplorazione. Gli sposi si godono il loro viaggio di nozze. Le persone anziane trascorrono la loro terza età visitando posti che non vedranno forse più, una volta che avranno chiuso gli occhi per sempre.

E poi ci sono quelli che invece intendono il viaggio come un qualcosa di filosofico, di emozionale, di pindarico. I viaggi ideali sono quelli che portano la nostra mente ad esplorare piani esistenziali che probabilmente nessun altro capirebbe a parte noi. Il popolo di internet viaggia stando semplicemente seduto davanti a un computer, conosce ogni tipologia di persone e scambia con loro i propri desideri e le proprie aspettative. Il solitario, il timido, il poco coraggioso, la donna ferita, il ragazzo abbandonato, il lettore. Ma soprattutto il Sognatore. Sono tutti viaggiatori che attraversano dimensioni e vivono emozioni sublimi, beandosi dei loro circuiti nervosi che non hanno mai fine.

E poi ci sono io, che rappresento entrambe le categorie, che ho visto il mondo e sono approdato qui per puro caso, ma che ho anche sognato e sogno ancora, che ho mentito, ferito, subito, provocato. Che ho vissuto tutto quello che si può vivere. Il Male, il Bene, l’Amore, l’Odio. Mi hanno portato in alto. E poi mi hanno spezzato. E poi mi hanno dimenticato. Ma sono ancora qui. E io non ho più dimenticato.

Mi chiamo Ridge Buckley. E questo è il mio mondo. Benvenuti, mettetevi comodi e viaggiate con me. Sarò il vostro catalizzatore d’emozioni. Il vostro chaperon. Ma il grosso lo farete voi. Per cui, se siete troppo razionali, con me non andrete d’accordo. Se vorrete fare il famoso leap of faith, beh… io vi terrò per mano.

Non posso dirvi dove riuscirò a condurvi, lo saprete solo voi. Non posso promettervi che sarà un viaggio sicuro e privo di preoccupazioni, perché quello dipenderà da voi.
C’è una porta dentro di voi, apritela, e infilatevi nella Tana del Bianconiglio. Solo voi saprete dove vi porterà. Io sarò solo il Bianconiglio che vi aprirà la strada verso il vostro ignoto, verso il vostro Neverland.


“Neverland is a place where imagination runs wild”.